Arcevia si trova sul Monte Cischiano, il rilievo più alto da Senigallia all’Appennino, un territorio di 126 kmq, ricchi di storia, arte, natura, enogastronomia di altissima qualità: elementi che valgono il meritato appellativo di Perla dei Monti. La storia di Arcevia ha origini antichissime, con testimonianze del Paleolitico, Superiore, dell’Età del Bronzo, e la Necropoli pre cristiana Celtica di Montefortino. Nell’800 fu fortezza di Carlo Magno: leggenda narra che proprio l’Imperatore donò alla città una reliquia di San Medardo, vescovo molto venerato in Francia. Il Comune di Arcevia ha origine nel 1200, con la fusione dei nuclei fortificati del centro storico: inizia così l’espansione territoriale con la conquista dei castelli e dei territori circostanti. Nel 1400 Braccio da Montone fu signore della città, seguito da Francesco Sforza. Nel 1817 Pio VII sulla base di documenti medievali, poi rivelatisi falsi, le attribuisce il titolo di città e ne cambia il nome da Rocca Contrada ad Arcevia. Durante l’occupazione nazifascista, Arcevia è uno dei centri più importanti della Resistenza Partigiana nelle Marche: l’Eccidio di Monte Sant’Angelo del 4 maggio del 1944 è uno degli episodi più cruenti e sanguinosi della regione.
Il Palazzo Comunale
È il Palazzo Comunale più antico delle Marche, sin dalla sua costruzione (1200) è sempre stato sede dell’Istituzione cittadina. Più volte restaurato e riadattato, assume la sua forma definitiva nel primo ‘900. Nei primi anni 2000 è stato oggetto di un accurato restauro e recupero delle parti più antiche. Sulla scalinata d’ingresso si può ammirare una tela di Bruno d’Arcevia donato nel 2001 in occasione dell’800° anniversario della nascita di Rocca Contrada, che raffigura due cavalli che reggono lo stemma civico. Il restauro dell’orologio originale della Torre Civica è stato donato nel 2013 dal benefattore arceviese Franco Sassaroli. Dall’atrio si accede ai piani inferiori dove c’erano le carceri comunali.