Bruno d’Arcevia (Arcevia 1946)
L’avventura artistico pittorica di Bruno d’Arcevia prende avvio nella metà degli anni Sessanta. Dopo un’iniziale sperimentazione nell’ambito dell’Arte Programmata, Bruno Bruni partecipa al clima generale di “ritorno alla pittura”, attraverso un linguaggio contaminato dalle immagini del quotidiano, edite dai mass-media, che caratterizzò le poetiche artistiche durante gli Anni ‘70. Verso la fine dello stesso decennio, l’artista avverte l’esigenza di distaccarsi dal mondo figurativo attento alla cronaca, per calarsi radicalmente in una ricerca intrisa di storia e storia dell’arte. Dopo aver partecipato attivamente alle vicende artistiche dell’Anacronismo, della Pittura Colta e dell’ipermanierismo, nel 1982, il Maestro d’Arcevia, insieme al critico Giuseppe Gatt, dà vita alla Nuova Maniera italiana, “una nuova maniera di fare arte”, in cui il rapporto con l’antico diventa momento di ispirazione, confronto tecnico, fino a sfiorare la citazione senza mai scadere in passiva ripetizione. Ecco quindi che le opere neomanieriste di d’Arcevia appaiono ridondanti di stimoli provenienti dal Manierismo Storico italiano (Pontormo, Rosso Fiorentino, del Sarto, Ramazzani), per comprendere poi tutto l’universo pittorico dell’arte figurativa europea (Van Eych, Van Dych, Velazquez, Iranesi, Hayez) e non solo. La ricerca di Bruno d’Arcevia dopo il 1990 inizia un lento mutamento verso tonalità più sensuali, seppure all’interno di un personalissimo microcosmo fatto di suggestioni iconografiche e stilistiche e di simbologie nel gioco labirintico di quello che lo stesso artista definisce “Museo Parallelo”. La rinascita dell’attuale movimento dei “Revivalisti” (2001), teorizzato dal medesimo Giuseppe Gatt e di cui il Maestro d’Arcevia è senza dubbio il principale esponente, segna la volontà di perseguire ulteriori sviluppi figurativi al fine di realizzare una sorta di integrazione stilistica tra tutti i momenti artistici, dal ‘400 ai giorni nostri. Oggi nelle sue tele convivono forme stilistiche provenienti da diversi artisti e da diverse epoche, scene di film coesistono con eventi biblici o mitologici, la letteratura con l’erotismo e reperti archeologici con le architetture contemporanee

Mons. Angelo Rocca (1545-1620)
Nato a Roccacontrada nel 1545 morto a Roma nel 1620.